Il mondo della MMA si prepara dopo l’evento “numerato” della Ultimate Fighting Championship (il #319) ad una nuova esplosione di potenza e spettacolarità: sabato sera, alla UFC Fight Night 257 nella futuristica cornice della Mercedes-Benz Arena di Shanghai, due tra i più devastanti finisher della divisione light heavyweight (massimi leggeri) si affronteranno in un main event che promette scintille: il brasiliano Johnny Walker contro il cinese Zhang Mingyang.
Da un lato, l’imprevedibile talento verdeoro, ormai veterano dell’ottagono UFC, noto per i suoi colpi volanti e pericolosamente spettacolari. Dall’altro, la stella nascente cinese, una macchina da KO inarrestabile che ha messo in fila tre vittorie consecutive per KO nel primo round da quando è entrato in UFC.
Johnny Walker: talento puro, caos controllato
Con un fisico da supereroe (198 cm per un “reach” mostruoso di 82 pollici), Johnny Walker è sempre stato sinonimo di spettacolo. Il brasiliano è un artista del KO che ama combattere in piedi, preferendo la media e lunga distanza per sfoggiare calci rotanti, ginocchiate volanti e colpi imprevedibili.
Ma se il talento e la potenza sono indiscutibili – 16 KO in carriera ne sono la prova – è sulla tenuta mentale e sulla costanza che Walker ha mostrato limiti. Troppo spesso definito “glass cannon”, il brasiliano ha alternato vittorie sensazionali a cadute verticali, mostrando una vulnerabilità difensiva che potrebbe costargli caro contro un avversario preciso e aggressivo come Zhang.
Zhang Mingyang: il “Terminator” cinese è pronto per la consacrazione
Sul versante opposto, Zhang Mingyang è l’incarnazione del combattente moderno: potente, lucido, spietato. A soli 27 anni, lo striker cinese ha costruito una carriera impressionante con 19 vittorie tutte per KO o sottomissione. Nella gabbia, Zhang non fa prigionieri: i suoi match raramente superano il primo round.
Forte di un background nel “Sanda” – l’arte marziale cinese che fonde striking e proiezioni – Zhang è un attaccante meticoloso. Non sarà alto come Walker, né dotato della sua portata, ma è chirurgico nei colpi, intelligente nei tempi, e letale quando sente l’odore del sangue. Tre KO consecutivi in UFC, compreso uno su Anthony Smith ad aprile, parlano chiaro: Mingyang non è più una promessa, ma una minaccia concreta nella corsa al titolo.
Scontro di stili, ma stesso obiettivo: la vetta dei light heavyweight
Walker contro Zhang è più di un incontro tra due KO artist: è lo scontro tra due filosofie di combattimento. Il brasiliano è caos, estro, imprevedibilità. Il cinese è efficienza, freddezza, precisione.
Sarà fondamentale la gestione della distanza: Walker dovrà mantenere Zhang lontano, sfruttando la sua portata e la varietà del suo striking. Zhang, invece, dovrà accorciare lo spazio, entrare nella guardia del brasiliano e colpire con decisione. Entrambi hanno armi per chiudere il match in pochi secondi.
Il verdetto che può cambiare le gerarchie dei “massimi leggeri”
Con due atleti dal tasso di finalizzazione altissimo e uno stile aggressivo, è difficile immaginare che questo match arrivi alla lettura dei cartellini. Sabato sera a Shanghai, la UFC accenderà i riflettori su un duello che potrebbe cambiare le gerarchie nella divisione delle 205 libbre.
Walker cerca la “redenzione” e la conferma che il talento può ancora portarlo in cima. Zhang cerca l’incoronazione davanti al suo pubblico, per diventare il primo cinese a contendere un titolo mondiale tra i massimi leggeri.









