No, non è un pesce d’aprile. La UFC, la più importante e ricca promotion a livello mondiale (quando si parla di Mixed Martial Arts) intende realizzare il prossimo 4 luglio 2026, in concomitanza con la Festa dell’Indipendenza (la ricorrenza nazionale più importante per gli americani, che coinciderà con l’anniversario dei primi 250 anni da quella data del 1776 quando fu firmata la Dichiarazione di Indipendenza) un mega evento di MMA sul prato (lato sud) della White House (Washington D.C.), tradizionale residenza del presidente degli Stati Uniti (il tycoon Donald Trump), alla presenza dello stesso, della sua famiglia (la figlia Ivanka sarà coinvolta nell’organizzazione della kermesse di combat sports) e di 20mila spettatori.
Per questa ragione Dana White, anima e motore di UFC, volerà a Washington il prossimo 28 agosto per valutare tutti i “pro” e i “contro” di questa operazione, che, se realizzata, entrerà di diritto nella storia della disciplina, ma anche dello sport in generale. Sdoganandola, una volta per tutte, come presunto sport violento e trasformandolo di fatto in un fenomeno mainstream a tutti gli effetti (grazie anche alla passione di Trump, già molto tempo prima della sua elezione, super fan degli sport da combattimento).
Anche alla luce dell’ultimo annuncio, sul fronte dei diritti tv (ceduti per 7 anni, solo sul mercato americano, a Paramount per 7,7 miliardi di euro, proprio a partire dal 2026), le Mixed Martial Art, attraverso la organizzazione della UFC (brand di TKO Group Holdings) si presentano ormai come il quinto sport professionistico dopo football americano (NFL), basket (NBA), baseball (MLB) e hockey su ghiaccio (NHL), e in concorrenza con l’emergente soccer USA (MLS).
Unico ostacolo da superare, sotto il profilo operativo, l’esigenza (come sottolineato anche dallo stesso Dana White e ripreso in un post su X.com/ChampRDS), di trovare una location, all’interno della “Casa Bianca” in grado di sopportare il peso di 25mila libbre (11.300 kg) del potente, ma soprattutto spettacolare, ottagono UFC. Un vincolo tecnico, certamente non da poco, che potrebbe far desistere gli organizzatori dall’allestimento dell’intero evento nella giornata dell’Independence Day. Ma l’occasione (combattere sul suolo della White House) è troppo ghiotta per farsela sfuggire e un businessman come Dana White ne guadagnerebbe notevolmente per sè e per la sua organizzazione in termini di reputation e di soldi.









