In un momento di transito, all’aeroporto, abbiamo intercettato Lorenzo Borgomeo (nella foto in primo piano), coach di arti marziali e miste e co-fondatore (assieme a Massimo Farina) del progetto Network Aurora MMA*, di ritorno da Las Vegas (USA), dove ha accompagnato, dall’angolo, l’avventura-sogno di Mario Mingaj, fighter albanese (naturalizzato italiano), che ha provato, nelle ultime ore, a conquistare, in terra d’America, il pass per un primo contratto in UFC.
L’atleta azzurro (7 vittorie fino a ieri in altrettanti incontri) ha affrontato, e purtroppo perso (per “Suloev stretch” al 1° minuto e 51 secondi del primo round), contro l’americano Wesley Schultz (attualmente 8-2-0), al secondo tentativo nella UFC Apex di LV in Nevada, in occasione delle Dana White’s Contender Series, trampolino di lancio per la ricca promotion americana.
L’analisi del match dell’azzurro
“Siamo chiaramente rammaricati per il risultato finale di Mario. Conoscevamo le caratteristiche di Wesley Schultz, fondamentalmente un wrestler e un All-american (tecnicamente è una onorificenza che viene assegnata ad atleti dilettanti a stelle e strisce che si sono contraddistinti, per il proprio valore sportivo, nel corso della prima fase della loro carriera, nda). Il game-plan era di restare in piedi puntando sullo striking (cosa che è avvenuto ad esempio nel primo minuto di combattimento), sapendo che il nostro atleta, nel dna, però, ha il grappling. Per certi versi doveva snaturarsi per contrastare le caratteristiche di combattimento di Schultz” ha dichiarato a TheDailyCage Lorenzo Borgomeo, head coach dell’atleta italiano.
Il futuro dei fighter del Network Aurora MMA
Parliamo di futuro: “C’è una flotta di atleti targsati Aurora pronti sia per le DWCS, sia per la stessa UFC, per l’anno che verrà. Tra questi, per esempio, il 28enne milanese Khadim Dia (7-0), il 30enne imperiese Giacomo “The Boar” Michelis (8-1), il 25enne novarese Luca Borando (7-1), il 26enne abruzzese, originario di Avezzano, Giuseppe “Gear Fifth” Ruggeri (10-1), il 24enne atleta capitolino Damiano Scogna (5-1-1), o ancora il 22enne romano Giuseppe “The Demon” Mastrogiacomo (7-1). Siamo pieni di prospect, che, sicuramente faranno bene, nei prossimi mesi.” ha sottolineato sempre Borgomeo a TDC.
L’inspiegabile mancata call di Bellandi a DWCS
Probabilmente prima ancora di Mingaj, che ha risposto, da professionista e atleta coraggioso, prontamente, alla chiamata delle DWCS, c’erano altri atleti azzurri più pronti ad affrontare una prova così importante per la carriera (tra tutti il campione dei pesi medi Cage Warriors, il 29enne livornese Dario “Neanderthal” Bellandi, forte di un record di 9 vittorie e appena una sconfitta).
Una scelta, questa della UFC, di chiamare Mingaj rispetto al campione della promotion irlandese Bellandi, non comprensibile sotto il profilo tecnico. Spesso però una costante se si analizzano le loro scelte in termini di matchmaking. Anche se molti addetti ai lavori sottolineano il fatto che, Dana White, patron della promotion a stelle e strisce, ama da sempre gli atleti che si ripresentano, dopo aver inizialmente fallito, per riprovare la carta della carriera in UFC (come nel caso di Schultz) e/o gli imbattuti come score record (come nel caso dell’italo-albanese).
*Network Aurora MMA (NA-MMA) è presente sul mercato dal 2021/22 con una forte capillarità (ovvero nella stragrande maggioranza delle regioni italiane), coinvolgendo 60 società per un totale di circa 300 atleti (di cui una quarantina con ambizioni “pro”).










