Ieri, a Roma, si sono svolti i primi festeggiamenti per i 110 anni della Federazione pugilistica italiana (FPI), in vista dell’event-day del prossimo 2 marzo 2026 (si conosce, per il momento, solo la data, ma non la struttura del programma collegato alle celebrazioni) è intervenuto anche Alessandro Onorato (nella foto in primo piano), Assessore allo Sport, Turismo, Moda e Grandi Eventi di Roma Capitale.
Il giovane politico capitolino, impegnato, tra l’altro, nell’ideazione/organizzazione di un nuovo progetto in area “civica”, ha parlato dell’importanza della pratica sportiva anche sul territorio romano, dell’inaugurazione, a breve, di alcuni impianti comunali (come quello del Corviale), ma, soprattutto, è tornato sul tema della boxe al Colosseo.
L’idea di Onorato a Villa Borghese
“Sento ciclicamente parlare di questa idea di organizzare un grande evento di boxe al Colosseo. Direi di no, anche perchè, per i prossimi due anni, sarà oggetto di una serie di interventi di restauro. Piuttosto guardando, con voi tutti, il video promozionale della Federazione (per i suoi primi 110 anni), mi è venuta l’idea, magari, come in quel lontano 22 ottobre 1993, quando vi combattè il campione del mondo Primo Carnera, di organizzare, a Villa Borghese, nell’ovale di Piazza di Siena (dove ogni anno già si svolge l’omonimo concorso internazionale equestre di salto a ostacoli, nda) un grande evento sportivo (all’epoca, come si può notare nelle foto in bianco e nero, l’ovale era gremito in ogni ordine di posto e furono stimati non meno di 60mila spettatori). Rilancio l’idea al presidente della FPI, Flavio D’Ambrosi, che vedo qui seduto in prima fila, perchè sarebbe un’idea straordinaria per il movimento della boxe e per la città nel suo complesso” – ha dichiarato Onorato (nella foto sotto).

Cosa serve per realizzare l’idea
L’idea è chiaramente suggestiva e già qualcuno, nel recente passato, vi aveva pensato, ma il problema principale è che per tornare a intercettare numeri di questo livello (60-70mila spettatori) serve un grande match di profilo internazionale e un campione del mondo “italiano” di forte impatto mediatico. Oggi, tra l’altro, in molti palazzetti/riunione non si superano mediamente i 1.000/1500 spettatori. L’unico boxeur italiano che ha queste caratteristiche, sulla carta, è Guido Vianello (31enne atleta capitolino, alto 1.98 cm, sotto contratto con la TopRank), attuale iridato WBC Continental Americas, che, di recente, ha messo K.O., prima del limite (al 5° round), il canadese Alexis Barriere (con uno score record di tutto rispetto: 12 vittorie e zero sconfitte, fino appunto al match con il romano), atleta della scuderia britannica Matchroom Boxing.
Vianello-Joshua unico match possibile
E servirebbe, soprattutto, un avversario (per il gigante romano) almeno del valore del britannico, di origini nigeriane, Anthony Joshua (36 anni/1.98 cm). Già campione olimpico, “AJ“, è due volte campione del mondo ed è stato detentore dei titoli mondiali IBF, WBA, WBO e IBO. Solo riuscendo a mettere insieme un match di questo livello si potrebbe provare a replicare i numeri di quel lontano 22 ottobre 1933*.
La storia del match di Carnera a Villa Borghese
*Il 22 ottobre 1933, Primo Carnera (1.98 cm di altezza per oltre 120 kg di peso) difese il suo titolo mondiale dei pesi massimi in un incontro memorabile, per cornice di pubblico, a Piazza di Siena (i fan di pugilato arrivarono, persino, a salire sugli alberi pur di vedere il match) nell’ovale di Villa Borghese (Roma), contro lo spagnolo (di origini basche) Paulino Uzcudun (combattè nonostante un divario di 30kg con l’italiano).
Quel mancato K.O. che non piacque al Duce
Carnera, originario di Sequals, in Friuli, vinse l’incontro ai punti (lottando aspramente con l’avversario per ben 15 riprese) e conquistando anche il titolo europeo. L’evento vide una grande partecipazione di pubblico e dei principali esponenti del regime fascista dell’epoca (vi presenziò lo stesso Benito Mussolini). Carnera era considerato un simbolo della propaganda. Nonostante la vittoria con il boxeur basco, che resistette, per l’intero match, ai colpi del gigante friulano, il “Duce” non apprezzò che il successo non fosse stato per K.O., come molti addetti ai lavori e gerarchi dell’epoca avevano inizialmente previsto.









