Dopo più di dodici anni da volto dominante del kickboxing mondiale, Rico Verhoeven ha annunciato lo stop al suo “regno” come campione Glory (categoria di peso “heavyweight”). In un post su Instagram, il 36enne fighter olandese ha spiegato che lascia il titolo e si svincola dal contratto con l’organizzazione, aprendo un nuovo capitolo della sua carriera su “un palcoscenico più ampio”, come riporta la redazione sportiva di NU.nl.
Sempre secondo NU.nl, uno dei motivi centrali del suo addio risiederebbe in un cambio di visione strategica con la dirigenza della promotion olandese. Verhoeven afferma di non essere riuscito a trovare un’intesa sul suo futuro sportivo: ci sarebbero state infatti divergenze con il management, troppi passaggi nella leadership aziendali e anche altri aspetti/tematiche, sul futuro del settore, non chiariti come avrebbe desiderato.
Dal punto di vista sportivo, l’icona olandese del ring non sente più gli stessi stimoli di un tempo. Come riportato dal portale bet365 Nieuws, Verhoeven sostiene che ha “raggiunto il massimo” all’interno di Glory e che la pressione di essere non solo un campione, ma anche un “ambasciatore” della promotion, ha ridotto la parte puramente agonistica della sua motivazione.
La stampa olandese sottolinea inoltre che Verhoeven ha già in mente “sfide più grandi”: NOS.nl riferisce che potrebbe trasferirsi nel dorato mondo delle mixed martial arts o passare prsino al pugilato, mentre commentatori come il popolare Semmy Schilt ipotizzano un possibile approdo alla UFC, attuale punto di riferimento dell’intero sistema internazionale dei combat sports, con l’obiettivo di diventare anche lì una star internazionale.
Non è da trascurare nemmeno l’ambizione artistica: Verhoeven, che ha già recitato in film, vuole dedicare più tempo al cinema. Come riporta NOS, lui stesso ha dichiarato di voler “esplorare territori che vanno oltre il ring”, cercando progetti unici e innovativi.
L’omaggio di Glory al campione mondiale
Glory, da parte sua, ha salutato Verhoeven con un messaggio di ringraziamento pubblicato su “X” (ex Twitter). L’organizzazione lo definisce non solo un campione straordinario, ma “ambasciatore” della disciplina. Contestualmente, Glory annuncia una rivoluzione nel proprio formato competitivo: dal 2026 i campioni dovranno partecipare più frequentemente a tornei per difendere il titolo, mentre la struttura dell’evento sarà ridefinita con una nuova “one-on-one” finale.
La redazione sportiva di NOS, inoltre, ricorda che non si tratta di un addio definitivo: il contratto con Glory è stato sciolto, ma Verhoeven non chiude del tutto la porta. La sua strategia sembra essere quella di guadagnare libertà per costruire una carriera ibrida, dove sport e intrattenimento si intrecciano, soprattutto a livello cinematografico (seguendo magari le orme di personaggi come il campione belga Jean Claude Van Damme).
Con il suo ritiro da Glory, si chiude comunque un’era per la promotion. Ma nelle parole delle testate olandesi emerge forte la sensazione che Verhoeven non stia abbandonando del tutto il mondo dei combattimenti, ma stia semplicemente riallineando la sua carriera con le sue ambizioni: nuove sfide e spazio per crescere anche fuori dal ring (non a caso il 36enne campione olandese, originario di Bergen op Zoom, negli anni passati, ha lanciato un franchising di studios tutti dedicati alla disciplina della kickboxing).









