Nelle ultime ore ha fatto discutere, non senza qualche polemica, prima l’articolo sui nuovi Re di Roma, poi l’intervista ad Alessio Sakara, soprattutto nel passaggio in cui il figther romano (trasferitosi a Boca Raton negli States), neo campione del mondo nella categoria “cruiserweight“, parla della poca voglia degli atleti italiani di spostarsi all’estero per crescere e fare esperienza internazionale. Ma di questo tema torneremo a parlare nei prossimi giorni.
Nel frattempo, abbiamo raccolto una riflessione, post BKFC Rome per bocca di Gabriele Rapisarda (nella foto con Conor McGregor), Executive Director di BKFC Italy, che ha organizzato la II edizione (nel nostro Paese) di un evento di pugilato a mani nude, dopo la prima esperienza in quel di Firenze (nella culla del calcio storico fiorentino). Queste le sue parole sul presente, ma soprattutto futuro, degli sport da combattimento (combat sports) in Italia.

“Al PalEur di Roma, lo scorso 25 ottobre, si è mosso un mondo completamente nuovo. Con BKFC abbiamo generato tanta nuova visibilità per gli sport da combattimento. Per tutto il resto ovviamente abbiamo Oktagon e la boxe, dove ci sono altri due campioni (Mattia Faraoni e Guido Vianello, nda), oltre Alessio Sakara. Si è riaccesa la luce in un contesto di sport da combattimento, che, comunque, è amato dagli italiani, ma non ancora così supportato e coadiuvato, ad esempio, dagli sponsor. Quindi speriamo di spingere in quella direzione e ho delle sorprese per il prossimo evento (non prima di marzo, nda)…Sto tirando fuori un’idea che, sicuramente, aiuterà tutti quanti ancora di più.
L’ho detto dal primo giorno, BKFC non dobbiamo vederlo come un competitor, perchè è chiaramente una disciplina nuova, completamente diversa rispetto alle altre. Dobbiamo invece vederlo come punto di riferimento per dare forte visibilità agli sport da combattimento e questo credetemi sta accadendo già adesso. Se siamo tutti intelligenti, al posto di litigare come sempre, o parlare male gli uni degli altri, come magari succede ancora oggi, sono sicuro che ci prenderemo l’Europa. Ovvero l’Italia può diventate il punto di riferimento (nel continente) degli sport da combattimento. Cosa che non è mai successa come sta avvenendo oggi, tra l’altro, su più discipline”.









