(con il contributo di Davide Pollastri) – In una riunione promossa in collaborazione da PM Event, IB Challenger ed Epic Sports — svoltasi presso il Tennis stadium di Dubai il pugile russo Murat “Iron” Gassiev ha sconfitto Kubrat “The Cobra” Pulev per K.O. al sesto round. Un evento promosso da IBA Pro (all’interno dell’evento numerato “13”), sponsorizzato dal marchio BetCity, per il titolo mondiale “heavyweight” WBA.
Ogni appassionato di pugilato sa che nei massimi basta un colpo. E un colpo — esploso dopo cinque riprese con pochi pugni e nessuna emozione — è bastato a Murat Gassiev, trentaduenne di Vladikavkaz, per strappare il titolo WBA “Regular” dei massimi al quarantaquattrenne bulgaro Kubrat Pulev. L’ex campione, più esperto, più alto e più pesante (ma anche più vecchio e più lento), è crollato dopo un preciso gancio sinistro al mento. Il neo detentore, prima del gancio corto che ha decretato la fine del title match, era sotto nel punteggio, ma alla prima opportunità ha colto l’attimo per sferrare il colpo perfetto.
Per Gassiev (33-2-0, 26 KOs), il prossimo impegno potrebbe essere un match contro Moses Itauma (primo sfidante obbligatorio nei ranking dell’associazione), ma non è da escludere nemmeno una chance milionaria contro la superstar Oleksandr Usyk, detentore della versione “super” del titolo WBA.
Di contro, per Pulev (32-4-0, di cui 14 KOs) questo potrebbe essere stato l’ultimo grande match di una carriera da “pro”, iniziata nel 2009, che l’ha visto incrociare i guantoni contro campioni del calibro di Wladimir Klitschko e Anthony Joshua.
Negli altri big match della serata Vadim Musaev ha vinto per TKO contro Tulani Mbenge e ha conquistato il titolo IBO dei welter; Bakhodur Usmonov (lightweight) ha vinto per majority decision contro Maxi Hughes; Khariton Agrba (super light) ha battuto per decisione unanime Ruben Nestor Neri Munoz; Daud Alaev ha conquistato il WBA Intercontinental light contro Dave Penalosa. Da segnalare, infine, la vittoria ai punti di Nico Ali Walsh, nipote del leggendario Muhammad Ali, su Jeremiah Sserwadda.









